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SVADHISTHANA – Il secondo chakra

Svadhisthana è di colore arancio e il suo significato letterale è “stare al proprio posto” vale a dire “la dimora del sè” . Esso è collocato alla base della colonna vertebrale, nel plesso sacrale. Svadhisthana esercita una notevole influenza sul cervello e sull’inconscio, è associato alla sessualità e alla passione carnale. Quando avviene il risveglio di Svadhisthana si genera una grande confusione mentale.

Spesso le reazioni al risveglio sono illogiche e drammatiche, la passione, la gelosia, l’ odio, l’ avidità, la collera e il possesso ne sono i protagonisti. Ma la linea di confine che separa l’uomo dall’ animale, è la capacità di controllo degli istinti, e la sede del controllo è proprio Svadhisthana. Esso si sviluppa nell’ individuo dai 6 mesi ai 2 anni. E’ il chakra della trasformazione e del movimento ed è strettamento collegato al nervo sciatico. Svolge una funzione regolatrice sui reni, prostata e testicoli nell’ uomo, ovaie nella donna. L’ elemento di questo chakra è l’ acqua va da sè che sia in connessione con i cicli lunari, l’ ovulazione e la circolazione.

Mentre in Muladhara (il chakra di base), le sensazioni erano direttamente connesse al piano materico, in Svadhisthana subentrano le emozioni più sottili, riguardanti l’ amore, le proprie capacità e le proprie doti. E’ il chakra della dualità, gli opposti, entrare in armonia con esso significa entrare in relazione armonica con il sesso opposto, non solo, anche con la nostrà sessualità e dualità, il nostro lato nascosto, la nostra ombra.

L’ energia in eccesso in questo fulcro energetico, provoca nell’ individuo stati emozionali altalenanti e sbalzi d’ umore repentini. Il rapporto con l’ altro sesso è difficile ed esasperato, spesso le delusioni portano l’individuo verso sentimenti di onnipotenza e disprezzo verso il genere umano.

Chi, invece, è in carenza di energia in questo chakra manca di desiderio sessuale, è incapace di amarsi e di credere nelle proprie attrattive, è inibito emotivamente e sessualmente.

Svadhisthana reclama il diritto di volere e sentire e si identifica attraverso le emozioni. Il suo nemico è la colpa, il senso di colpa verso se stessi e la pudicizia.

Come riconoscere l’eccesso o la carenza in un chakra? Attraverso l’

osservazione di se stessi. L’ ascolto delle nostre emozioni senza reprimerle o esprimerle in modo esagerato, ci porta a una maggiore consapevolezza. Lo yoga può essere certamente un perfetto strumento di ascolto, attraverso la pratica si entra in connessione con il proprio sè interiore. La meditazione e la contemplazione sono mezzi efficaci. Ogni asana, posizione o postura, è un inno alla vita, il nostro corpo si trasforma, la nostra mente si calma e il nostro sistema meccanico ed emozionale si riequilibria.

E’ yoga. Namastè.


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