top of page

L insostenibile irrequietezza dell' essere

Parafrasando un libro famoso che ho letto diversi anni fa, mi riferisco non al contenuto del libro ma prendo spunto dal titolo riferendomi alla nostra costante agitazione. Quando si comincia ad entrare in contatto con sé stessi attraverso la pratica meditativa, ci si rende conto di quanto la nostra mente sia in continuo movimento. Ma voglio parlare di me e della mia esperienza per condividere le difficoltà, le riflessioni e le inaspettate sorprese. Guardarsi dentro, incontrare se stessi, connettersi alla propria interiorità e poi ancora... ma davvero lo sperimentiamo? In tanti anni di pratica meditativa mi sono ritrovata spesso a ciondolare tra un pensiero e l altro, nella folla di oggetti, soggetti, ricordi, sguardi, promemoria, inconscio.... il corpo che inizia a irrigidirsi, le gambe che si addormentano, migliaia di formiche che camminano ovunque, zampettando qua e là alla ricerca di una briciola. Chi l' ha visto Mangia prega e ama? (Tratto dal libro di Elizabeth Gilbert) Julia Roberts si ritrova seduta a guardare l'orologio mentre prova a meditare e si guarda intorno pensando a come le persone intorno a sé riescano in questa impresa ... divertente, ma è esattamente ciò che è accaduto anche a me nelle mie prime sedute. All' inizio mettevo una sveglia, tipo, mi davo 15 minuti così potevo organizzare al meglio il mio tempo e mi dava una certezza, sarebbe finita prima o poi!!! Con molta pazienza ho iniziato ad accoglierla sta parte irrequieta concentrandomi sul respiro, riportando la mente a un oggetto di osservazione per mantenerla impegnata e.... funziona! Esistono tantissime tecniche per meditare, avere un oggetto da osservare è come avere un facilitatore. Poi arriva il momento "oggi non ho tempo, troppi impegni e cose da fare, domani mi organizzo" e quel domani non si capisce bene di quale mese o anno, non arriva mai, e così un giorno diventano due, poi tre, poi dieci. E si procrastina fino ad arrivare all' apoteosi del diniego, sono troppo agitata riprenderò quando sarò più tranquilla. Mi vengono in mente queste formidabili scuse ma credo ce ne siano altre! E poi riprendi le redini della tua volontà e ricominci, con gentilezza e pazienza, tanta pazienza, e ad un certo punto ci arrivi, si, a intercettare quel barlume di luce dentro di te ed è proprio questo che ti da la spinta di continuare a praticare. Poi c'è tutto il capitolo dell attaccamento alle sensazioni e... ne parliamo?! In un altra condivisione. La domanda che persiste è: sono consapevole di quella parte di me fragile e agitata?Posso abbracciarla? Si... la posso accogliere e accompagnarla per mano lungo il cammino. Fragile e umana. Non cadere nella rabbia è il primo passo verso di sé.


Maria Cristina


Post in evidenza
Post recenti
Archivio
Cerca per tag